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12/11/2025 19:22
È stato proprio a Milano che a inizio settimana il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini ha rilanciato lo sciopero generale del 12 dicembre indetto dal sindacato per protestare contro la nuova Legge di Bilancio appena varata dal governo Meloni. Ma per il capoluogo lombardo, così come per l’Italia intera, quella non è una data come tutte le altre.
Il 12 dicembre 1969, infatti, alle 16.37, una bomba esplosa nella sede della Banca nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana uccise 17 persone e ne ferì altre 88. Fu anche riconosciuta una diciottesima vittima, Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico morto in circostanze misteriose dopo essere stato fermato per accertamenti sull’accaduto. Da allora, ogni anno, a Milano il 12 dicembre si scende in piazza per ricordare quella terribile strage perpetrata da esponenti del movimento neofascista Ordine Nuovo. Una memoria che quest’anno, però, rischia di essere eclissata dallo sciopero generale.
Al segretario Landini ha perciò scritto Fortunato Zinni, ex sindaco di Bresso che quel giorno fu ferito dalla bomba mentre lavorava come impiegato nella banca. “” Con tutto il rispetto, mi sembra una data non rispettosa verso le 18 vittime innocenti ancora in attesa di giustizia e per la ferita ancora aperta di un eccidio tuttora impunito”, è quanto ha scritto Zinni. L’ex sindaco di Bresso ha rivendicato con orgoglio i ruoli da se stesso ricoperti nella Cgil e ha riconosciuto la legittimità dello sciopero, ma ha chiesto di non usare date come il 25 aprile, il 2 giugno o, appunto, il 12 dicembre per altri fini. La memoria deve essere “un atto di coerenza, non di convenienza”, ha aggiunto Zinni.
Lo ha seguito con una lettera il presidente dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969, l’avvocato Federico Sinicato, che sui propri social si è augurato che gli interessi dei lavoratori non facciano dimenticare il ricordo della strage, la cui memoria oltre a commemorare le vittime celebra il coraggio di chi ha saputo impedire la deriva reazionaria del Paese. Pur non avendo avuto interlocuzioni dirette con la Cgil, l’avvocato ha dichiarato di essere al lavoro per non far fermare i mezzi pubblici così da garantire l’afflusso in piazza Fontana.