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26/03/2025 17:57
L’accusa torna alla carica e ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, sospettati della presunta maxi truffa alla Biolevano, la centrale a biomassa di Olevano Lomellina. Mercoledì mattina l’ultima udienza in Corte d’Appello a Milano. In primo grado, il Gup del tribunale di Pavia aveva assolto i 14 imputati perché il fatto non sussisteva. Per loro le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, frode e falso. Contro la sentenza di non luogo a procedere disposta dal tribunale di Pavia, il pubblico ministero ha quindi fatto ricorso in appello.
L’indagine era partita nel 2021. Secondo l’accusa, la centrale avrebbe percepito per anni milioni di contributi dal gestore dei servizi energetici per la produzione di energia pulita, senza che sussistessero i requisiti della “filiera corta”, che prevedono la provenienza del legname da una distanza massima di 70 chilometri dall’impianto.
Il danno quantificato dalla procura, in termini di ingiusti profitti, è di quasi 35 milioni di euro. A far partire le indagini è stata la testimonianza di Luca Brindisi, l’ex titolare della società Forenergy di Vigevano. L’azienda era fallita dopo che, stando a quanto riferito alla Guardia di finanza, non era stato possibile rispettare i contratti che prevedevano il fabbisogno di combustibile per 15 anni alla Biolevano.
Tra gli accusati, rientra anche Pietro Franco Tali, l’ex amministratore delegato di Saipem, considerato dalla procura l’azionista occulto della centrale di Olevano Lomellina.
La parola passa ora alle difese degli imputati. La prossima udienza è in programma il 16 aprile, quando termineranno tutte le arringhe difensive. Dopodiché l’appuntamento è fissato per il 26 maggio. In quella data si saprà se gli imputati saranno rinviati a giudizio oppure se per loro sarà confermato il non luogo a procedere, e quindi il proscioglimento da tutte le accuse.