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24/10/2025 18:49
A Milano c’è un gigante che aspetta solo di essere riacceso: l’Agorà. Tre anni fa qui si giocavano partite e si ritrovava un’intera comunità. Ora, il palazzetto del ghiaccio di via dei Ciclamini è una scatola buia, simbolo di un quartiere che vuole tornare a vivere. L’impianto abbandonato, punto di riferimento per molti sportivi, potrebbe essere riaperto in tempo in vista dei Giochi Invernali del 2026.
Il conto alla rovescia sembra davvero iniziato. Una società privata, la Ice Friend, è pronta a mettere sul tavolo quasi cinque milioni di euro per trasformare quello che oggi è abbandono in un edificio moderno e sostenibile, da gestire per 30 anni.
Qual è la promessa? Non un semplice restauro, ma una rinascita con interni completamente rifatti, nuovi salottini e spazi sociali. Nel complesso, un palazzetto autosufficiente sul fronte energetico con pannelli solari sul tetto, cappotto termico e impianti efficienti per mantenere il ghiaccio.
Insomma: ridare un cuore alle lame che scorrono su quella superficie. L’assessora allo Sport Martina Riva guarda all’obiettivo: far trovare l’Agorà pronto entro la fine del mandato.
“È un impianto storico da restituire alla città — spiega — la bacchetta magica non esiste, ma qui non siamo mai stati fermi”.
Il progetto, però, deve ancora superare un passaggio cruciale: la conferenza dei servizi preliminari sta valutando in questi giorni la sussistenza dell’interesse pubblico. Se arriverà il via libera, partirà un bando di 60 giorni.
E in caso di offerte concorrenti? Il proponente avrà diritto di prelazione. A guidare l’operazione è Alberto Arnoldi, presidente dell’Accademia del Ghiaccio. A San Donato gestiscono già un impianto aperto sette giorni su sette, fino alle 23: “Tutti — dai bambini agli agonisti — devono poter tornare a patinare nel loro quartiere. L’Agorà deve tornare spazio sportivo, ma anche sociale”.
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