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19/12/2025 15:14
È stata rinviata al 25 marzo la prima udienza del processo d’appello per il rogo all’ex Eredi Bertè di Mortara. Nel procedimento è coinvolto l’ex titolare della fabbrica di rifiuti speciali, Vincenzo Bertè, condannato in primo grado a quattro anni per incendio doloso. Secondo l’accusa, Bertè aveva appiccato volontariamente il rogo che distrusse la fabbrica di via Fermi, il 6 settembre del 2017.
L’udienza è stata rinviata su richiesta dei legali di Bertè, coinvolto anche nell’altro procedimento, in cui l’ex imprenditore era stato condannato a sei anni di reclusione per false fatturazioni, bancarotta fraudolenta e riciclaggio. La difesa dell’imputato ha presentato richiesta di concordato di pena, passando da sei a quattro anni, da scontare ai domiciliari. Una richiesta di concordato accettata dalla Procura e su cui anche la Corte d’Appello ha dichiarato il nulla osta, pur rinviando ad altra udienza per la sentenza. Dei reati fiscali e ambientali legati all’incendio se ne parlerà nell’udienza fissata il 20 gennaio, in cui sarà ascoltato l’ex socio di Bertè, Carlo Andrea Biani, condannato a sette anni, in quanto ritenuto coinvolto nell’incendio del 2017. Nel processo è coinvolto anche Vincenzo Ascrizzi, condannato a due anni e mezzo per riciclaggio. La sentenza dovrebbe arrivare il 17 febbraio.
Tornando all’udienza di venerdì a Milano, in cui si parlava invece del rogo alla fabbrica, la difesa di Bertè ha chiesto il rinvio per consentire alla Corte d’Appello di accogliere il concordato di pena sui reati fiscali e ambientali legati all’incendio. Qualora l’accordo con la Procura venisse accolto formalmente dal giudice, a quel punto la difesa di Bertè ha fatto sapere che presenteranno richiesta di concordato di pena in continuazione tra i due procedimenti, aggiungendo ulteriori otto mesi di reclusione.
Il concordato di pena definitivo sarebbe quindi di quattro anni e otto mesi di reclusione. Bertè aveva però già scontato otto mesi ai domiciliari per l’incendio che mandò in fumo il deposito di via Fermi. È da vedere quindi se questa richiesta verrà accolta o meno dalla Procura, una volta avuta la prima sentenza passata in giudicato. Se ne saprà di più il prossimo anno.