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Videonews


13/11/2025 14:49
Siamo in via Rizzoli, tra il civico 73 e l’87, e basta entrare nei cortili per capire che qui la parola “manutenzione” è rimasta indietro di anni: muri che cadono a pezzi, cavi elettrici scoperti, aerazioni rotte, giardini lasciati al buio e foglie che marciscono. È il contesto in cui, quest’estate, è esploso il problema più grave: la legionella.
Al centro della vicenda c’è, infatti, la caldaia centrale, vecchia di 42 anni e con problemi cronici. I lavori di sostituzione sono partiti solo lo scorso aprile e si sono conclusi sei mesi dopo, a ottobre: mezzo anno senza acqua calda, proprio mentre si sviluppava il focolaio.
E anche la nuova caldaia, costata 600 mila euro, dopo una settimana di attività ha mostrato le prime criticità.
Sul posto poi troviamo il locale tecnico con valvole e contatori completamente scoperti, e una manopola che permette di spegnere l’intero impianto accessibile a chiunque.
Attorno, la situazione non migliora: infiltrazioni nei locali tecnici, aerazioni dei bagni ferme da anni, lampioni mai riparati. E mentre i disservizi continuano, si parla anche di aumenti degli affitti.
Gli inquilini chiedono risposte chiare e controlli seri: sulla qualità dell’acqua, sulla sicurezza dell’impianto e sulle condizioni di uno stabile che vive da troppo tempo in emergenza. Perché qui non è solo un problema di manutenzione: è una questione di salute.