Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


06/06/2023 19:20
Magistrati e carabinieri del nucleo investigativo sono tornati al lavoro nella casa di Senago in cui Alessandro Impagnatiello avrebbe indicato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, .
Gli inquirenti sono alla ricerca di riscontri nella confessione dell'uomo, che ha indicato come arma del delitto un coltello che il barman 30enne avrebbe riposto – avendolo lavato - in un ceppo sopra il frigorifero subito dopo l’aggressione mortale.
"L'arma - ha detto l'avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti - è stata indicata, è stata repertata. Sapremo tutto quanto all'esito". Gli inquirenti svolgeranno comunque i necessari esami su tutti i coltelli che erano inseriti nel ceppo in questione.
Intanto, la patente, il bancomat e la carta di credito della ragazza sono stati ritrovati dai carabinieri di Milano, aiutati dai vigili del Fuoco, in un tombino nel parcheggio della metropolitana Comasina a Milano. Sarebbe stato lo stesso Impagnatiello ad aver confessato di averli gettati in quel luogo, prima di prendere la metropolitana per recarsi al lavoro la mattina dopo il delitto. Nello stesso tombino, stando alle dichiarazioni di Impagnatiello, sarebbe stato gettato anche il telefono della ragazza, di cui il barman si era impossessato subito dopo il delitto, per inviare messaggi "simulando di essere Giulia" e per far credere che si fosse allontanata da casa.
“Il passaporto – si legge nel verbale della sua confessione - l'ho bruciato la sera in cui ho ucciso Giulia".
Intanto, Sebastiano Sartori, avvocato difensore di Impagnatiello, ha rinunciato al mandato. Il legale ha infatti depositato l'atto di rinuncia alla Procura a Milano, spiegando che si tratta di una questione fra lui e il suo assistito, senza aggiungere altro.