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22/04/2024 17:37
I drammatici fatti avvenuti all’interno dell’Istituto Penale Minorile Beccaria di Milano, che hanno portato all’arresto di 13 agenti della Polizia Penitenziaria per abusi e violenze sui giovani detenuti, scatenano le reazioni della politica, dei sindacati e dell’associazionismo.
Sgomento e incredulità è ciò che emerge dalla Uilpa, Polizia Penitenziaria. “Naturalmente – spiega il segretario Gennarino De Fazio – nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti e nella magistratura e auspichiamo che si faccia presto piena luce sull'accaduto”. Simile, la presa di posizione del Sindacato Polizia Penitenziaria, che parla “fatti gravissimi riferiti ad una vicenda gravissima che richiede la massima attenzione per ricostruire quanto realmente accaduto”. Da parte di entrambe le sigle, però, si richiama la presunzione di innocenza e si ricorda - prima di mettere alla “gogna” i colleghi - che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari.
Certo è che il caso è subito balzato alle cronache nazionali e ben presto – probabilmente – arriverà in Parlamento. Sono tante, infatti, le richieste inviate al ministro della Giustizia Carlo Nordio perché riferisca in aula. Non solo, perché riprende vigore la protesta delle opposizioni in merito alla possibile modifica – se non proprio abrogazione – del reato di tortura, ventilata alla fine del 2023.
Intanto però è la politica locale a interrogarsi, innanzitutto sullo stato dell’Istituto Beccaria.
Sempre dagli ambienti comunali, arriva la richiesta della sottocommissione carceri, guidata dai consiglieri Nahum e Giungi, per un sopralluogo che potrebbe svolgersi a inizio maggio.
E poi ci sono le associazioni, che da sempre si battono per la tutela dei detenuti. L’Associazione Antigone, ad esempio, denuncia da tempo le tensioni e i malfunzionamenti nell'ambito delle carceri minorili, in cui la presa in carico dei ragazzi è sempre più disciplinare e regolata dalla somministrazione smodata di psicofarmaci, soprattutto per i minori stranieri non accompagnati che vengono spostati come fossero pacchi. L’osservatorio sui Diritti dei Minori, invece, mette sullo stesso piano gli abusi contestati agli agenti della Polizia Penitenziaria e le peggiori organizzazioni delinquenziali. “È lecito domandarsi – conclude il presidente Antonio Marziale - quale sia la differenza fra coloro che sono dentro perché arrestati e coloro che, invece, lo sono perché dovrebbero sorvegliare e non torturare”.