Documento di indirizzi del nuovo PRG
approvato dal Consiglio Comunale il 28 novembre 1997
la lettura può essere effettuata partendo da ciascuna delle seguenti modalità, che si integrano fra loro
sommario | argomenti principali |
LATTUALE ASSETTO URBANISTICO DI VIGEVANO:
GLI OBBIETTIVI GENERALI DELLA REVISIONE DEL PRG VIGENTE
IL RECUPERO E IL RIUTILIZZO DEI GRANDI EDIFICI PUBBLICI
LA NORMATIVA: I CINQUE CRITERI
Il centro di Vigevano | La zona nord della Città |
La zona sud-ovest | La zona sud-est |
Da ciascun particolare citato nella cartografia è possibile l'immediato collegamento con la relativa descrizione nel testo degli indirizzi.
Le immagini, provenienti dalle tavole illustrative proiettate su grande schermo durante la seduta del Consiglio Comunale del 21/11/97, hanno carattere esclusivamente grafico generale e sintetico.
LATTUALE ASSETTO URBANISTICO DI VIGEVANO:
Vigevano, come molte altre città del nord-Italia, ha vissuto tra gli anni 50 e 60 lo sviluppo più impetuoso della sua storia. La ripresa economica del dopoguerra, con il pieno dispiegarsi dellindustria calzaturiera, ha chiamato a Vigevano migliaia e migliaia di nuovi abitanti. Basti pensare che la città contava nel 1930 una popolazione di 33.437 abitanti; che questi sono saliti a 42.768 nel 1950, 54.422 nel 1960 e siamo arrivata alla punta massima di 68.306 nel 1974.
Questo fenomeno, non ancora sufficientemente indagato sul piano storico e sociale, ha avuto, come è visibile agli occhi di tutti, una serie di effetti, alcuni positivi altri negativi, che hanno mutato profondamente la città dandole la connotazione che oggi conosciamo. Sul piano urbanistico questo sviluppo economico accelerato, unito agli evidenti limiti culturali e politici dellepoca, ha portato (ma questo era probabilmente inevitabile) ad una espansione disordinata. Essa è stata imposta, a volte, da molteplici scelte individuali le quali, saldandosi nel tempo, hanno determinato una irrazionale occupazione del territorio, dei suoli agricoli, con situazioni viabilistiche oggi gravemente carenti e con pertinenze e standard insufficienti rispetto alle esigenze odierne. Siamo oggi in presenza di una città ormai pienamente strutturata e consolidata: ogni intervento non può prescindere da questo dato di fatto.
Peraltro da una lettura della conformazione di Vigevano, emerge un asse portante, storico, che si sviluppa dalla stazione ferroviaria alla Fiera, con al suo centro il Castello e la Piazza Ducale.
Pensare ad una riorganizzazione della Città e dei suoi servizi su quest'asse, e non su uno schema monocentrico (finora utilizzato nella definizione urbanistica della città), potrebbe alleggerire e dare maggior respiro al centro storico.
Il Castello e la Piazza Ducale si riapproprierebbero del loro vero ruolo restituendosi ai cittadini, i servizi diventerebbero più qualitativi, più fruibili e meno onerosi, il traffico non soffocherebbe più la vita della città, la crescita e lo sviluppo troverebbero i loro spazi: una migliore qualità di vita sarebbe assicurata.
Lo schema di sviluppo sopra delineato, dovrà essere disegnato, distribuito ed organizzato, nella variante generale del P.R.G., per ottenere una concreta integrazione ed interazione del centro storico con la periferia e l'esterno della città.
I grandi contenitori pubblici dismessi esistenti su quest'asse (di ciascuno dei quali si farà cenno più avanti) rappresentano unoccasione irripetibile per innestare un processo di trasformazione e riorganizzazione della città che migliori la vivibilità e la fruibilità del centro storico.
Le altre aree nevralgiche collocate su quest'asse ideale - stazione ferroviaria e piazza S.Ambrogio dovranno completare ed ottimizzare questo processo.
GLI OBBIETTIVI GENERALI DELLA REVISIONE DEL PRG VIGENTE
Come si è detto, Vigevano è oggi una città ormai consolidata. Limpetuoso sviluppo economico dei decenni scorsi è, nel bene e nel male, ormai un ricordo e attardarsi, come spesso avviene, nel rimpianto e nella speranza di un suo ritorno, per il quale oggi non esistono più le condizioni, può essere fuorviante.
Passata la fase della crescita tumultuosa della città ci sono ora le condizioni per lavorare a quello che, con una definizione quasi paradossale, potremmo definire "consolidamento dello sviluppo". Questo deve essere il primo obiettivo del futuro PRG.
Perseguire questa finalità comporta una riorganizzazione possibile e perseguibile senza traumatici ed onerosi interventi di trasformazione, ma solo con semplici interventi ordinatori e/o correttivi dell'esistente, conseguenti, però, all'innovativa concezione assiale della città esposta in premessa, lasciando anche aperta la possibilità di una eventuale espansione. Vigevano può sognare una nuova età delloro, ma così facendo perde di vista il raggiungibilissimo traguardo di una crescita, anche economica, qualitativa e sostanziale. In questo quadro si colloca la necessità di rapportare la città al territorio circostante e renderla il motore di una rete di servizi, allo scopo di migliorarli e razionalizzarne i costi. Uno sviluppo ragionato, quindi, ma flessibile nel raccogliere e sfruttare le opportunità favorevoli offerte dal mercato.
Un PRG che risponda a queste necessità deve, perciò, dimensionarsi con una città che nei prossimi 5-10 anni (quelli di validità del Piano) potrà oscillare tra i 55/65.000 abitanti: seguendo questa filosofia, la variante generale di piano dovrà indicare scelte precise e nette.
Un oculato utilizzo della risorsa territorio è la chiave per garantire espansioni non selvagge e allo stesso tempo dare fiato allindustria di settore.
La prima considerazione va fatta sul centro storico, dove il problema di fondo è il completo recupero dellesistente. Il centro di Vigevano deve mantenere salda la propria vocazione abitativa. Bisogna incentivare la conservazione delle caratteristiche complessive del cuore cittadino ma, una volta tutelati gli interventi su immobili di pregio (definiti ed individuati) consentire il recupero offrendo la possibilità di adottare le soluzioni tecniche necessarie. Il recupero del centro storico è avviato ormai da una decina di anni: il nuovo PRG deve fiancheggiare e favorire il completamento di questopera, indicando ciò che non si può fare, senza attardarsi in una minuziosa vincolistica, che dovrebbe limitarsi a definire tipologia e morfologia di facciate importanti, allineamento delle gronde, materiali e decori, recuperi interni dei volumi e non solo delle superfici.
Per ciascun immobile del centro storico si dovranno prevedere direttive per un intervento di minima o norme ed agevolazioni per più massicci interventi di recupero.
Nel resto della città è preferibile ipotizzare interventi di piccole dimensioni, innestati su un tessuto urbanistico già esistente e che possano coprire gli spazi disponibili allinterno dei confini ideali tracciati da tangenziale e statale 494 ed in quelli eventualmente recuperati da dismissioni di attività produttive incentivate al ricollocamento all'esterno. Inoltre, si dovranno individuare aree per nuovi insediamenti abitativi in zone già urbanizzate, inserendoli armonicamente nellesistente.
E comunque evidente che lunica zona di espansione residenziale attualmente individuabile è quella ad ovest della città (in direzione Mortara), badando bene a non inglobare la frazione Piccolini in ununica conurbazione. La tipologia degli interventi di edilizia residenziale deve favorire quella economico-popolare di edilizia convenzionata, soprattutto per famiglie giovani e per anziani. Questo tipo di intervento negli ultimi anni ha dato i migliori risultati, grazie al prezzo competitivo e al buon livello medio del prodotto.
Tornando al tema dello sviluppo economico di Vigevano, è necessario partire da un dato di fatto primario: nel tessuto urbano della città si trovano ancora una serie di unità produttive. Uno degli obiettivi della variante generale al Prg è la loro ricollocazione allesterno. In città, infatti, non si trovano soltanto laboratori di tipo artigianale le cui attività possono essere compatibili con la realtà urbana, ma anche vere e proprie industrie. Una convivenza difficile che procura inquinamento, traffico, congestione e soffocamento delle zone interessate, danni economici alle stesse aziende. Alcune di esse si trovano ancora addirittura a ridosso del centro storico ed è perciò necessario favorire la rilocalizzazione verso la cintura esterna della città, nelle zone industriali esistenti e nelle aree di insediamento che nasceranno. Il nuovo Prg può contribuire a questo scopo prevedendo una serie di facilitazioni, ad esempio intervenendo con modifiche sugli indici costruttivi delle aree attualmente occupate da insediamenti produttivi. Il trasferimento deve essere perseguito con decisione, agevolando in modo consistente gli oneri per il trasferimento nelle zone che la variante generale del piano definirà di completamento o sviluppo industriale.
Gli spazi lasciati liberi dalle industrie devono essere riconvertiti ad usi residenziali, direzionali, di piccolo commercio e servizi, previo piano attuativo ed escludendo, comunque, insediamenti di medie e grandi strutture commerciali.
Attualmente la situazione vede del tutto completata larea Pip di Cascina Barcina (corso Pavia-via Perugino) mentre, per la nuova area di Cascina Vittoria, si possono considerare potenzialmente già esaurite le disponibilità. In questo quadro va quindi vista la possibilità di individuare nuove aree industriali allinterno del tracciato della Statale 494 in direzione Mortara oltre il Casello 10 e un secondo polo di sviluppo industriale tra la zona di Fogliano e la frazione Morsella. Un nuovo intervento di completamento può essere previsto nella zona già esistente di viale Industria.
In questa zona, a fronte delle evidenti carenze prodotte da uno sviluppo caotico, la variante generale dovrà affrontare il completamento e la riqualificazione, cui dovranno seguire adeguati interventi infrastrutturali.
Tutto ciò è realizzabile a patto di programmare parallelamente ladeguamento viabilistico delle zone interessate. La valutazione dellimpatto ambientale provocato da nuovi insediamenti industriali è una condizione preliminare per consentire di avviare le attività.
Il tema dello sviluppo commerciale si articola in due punti cardine:
Se è vero che simili strutture devono attirare almeno il 50 per cento dellutenza al di fuori del Comune nelle quali sono collocate, non si può che individuare nelle aree periferiche attigue a strade di grande traffico, la collocazione di centri commerciali. Vigevano possiede queste caratteristiche e quindi è possibile consentire linsediamento di centri commerciali che possano avere tipologie diverse tra loro. Vanno valutate, perciò, con interesse le attenzioni manifestate da alcuni operatori per zone che si affacciano sulla Statale 494 e sulla strada provinciale per Novara. Non va esclusa la possibilità di supermercati di quartiere che possano completare una rete di servizi alla città.
I criteri attraverso i quali selezionare l'opportunità di riservare, nella variante generale, aree destinate alla grande distribuzione possono essere sintetizzati nelle seguenti valutazioni, da ciascuna delle quali deve scaturire un giudizio positivo:
Solo progetti che superassero positivamente la griglia di cui sopra potrebbero essere considerati utili al bene comune della città.
Lattuale forma della città, che ha lasciato pressoché inalterata la configurazione del centro storico, ha mantenuto strutture viarie poco consone al movimento e al traffico attuali. Il sistema viario cittadino, definito da strette vie di costruzione rinascimentale, nel nucleo antico, e impostate su vecchi tracciati campestri in periferia, non riesce più a soddisfare gli ingenti flussi automobilistici che sono in continuo aumento.
Il superamento di tale situazione è possibile assecondando il processo assiale delineato in premessa.
E necessario anche proseguire nellapplicazione del Piano regolatore del traffico (approvato tre anni fa dal consiglio comunale) iniziata in questi mesi con lintroduzione della sosta a pagamento nel centro storico.
Oltre a ciò bisogna raggiungere i seguenti obbiettivi:
Collegamenti con Milano-Pavia-Novara
Lisolamento di Vigevano e Lomellina continua ad essere il più grande ostacolo allo sviluppo della città e della zona. E vitale la necessità di migliorare i collegamenti con Milano, Pavia e Novara.
A tale proposito va affermato che il nuovo Ponte sul Ticino non va visto solo come necessità legata al raddoppio della linea ferroviaria Milano-Mortara, ma come occasione per migliorare e ripensare i collegamenti viari con Milano -Pavia e la grande viabilità che porterà a Malpensa 2000. Lamministrazione comunale è quindi interessata a soluzioni che vadano in questa direzione.
Lipotesi di un nuovo modo di interpretare la città impone anche una rivisitazione del rapporto con gli spazi verdi. Fino ad oggi ogni progetto di creazione di ampie zone verdi allinterno della città è stato accantonato, adducendo a pretesto che la vicinanza della campagna e dei boschi del Ticino sono elementi sostitutivi dei parchi urbani. Ora, con la doverosa limitazione delluso dellautomobile, laumento della popolazione anziana ed una maggiore sensibilità nei confronti dellambiente, è importante pensare alla creazione di ampi spazi verdi posti allinterno della città.
Parlare di qualità del vivere significa anche recuperare il rapporto della città con gli elementi naturali, con il verde, con gli alberi, con la campagna e con il Ticino.
Non è più sufficiente pensare alla creazione di spazi verdi all'interno della città se questi restano isole nel cemento.
Oggi il verde urbano va visto in un'ottica di sistema, cioè come un insieme di elementi collegati da una trama continua, come organi di un unico corpo.
Detta trama è costituita da elementi lineari, come viali e percorsi pedonali o ciclabili, da una parte, e da spazi non edificati che si insinuano nel tessuto urbano interrompendone la continuità (spine verdi), dall'altra.
Dette spine verdi sono cunei di terreno agricolo già esistenti, che vanno salvaguardati e collegati con il verde extraurbano (boschi del Ticino e campagna).
Ne possiamo identificare tre: una si spinge dal retro della stazione ferroviaria alla Sforzesca lungo l'asse del Naviglio, una seconda dal Parco Parri alla campagna in direzione di Cilavegna, una terza dall'Ospedale al Ticino parallelamente al Cimitero.
Va anche incrementata la dotazione di verde urbano arredato e custodito, realizzando nuove aree verdi, ma soprattutto riqualificando l'esistente.
Vanno pure potenziati i poli di verde sportivo (cioè affiancato ad impianti di piccole dimensioni), soprattutto a servizio delle frazioni e dei quartieri periferici.
Infine, è necessario e fondamentale realizzare l'apparato circolatorio del sistema: cioè una trama di piste ciclo-pedonali capace di collegare questi elementi e soprattutto di condurre - lungo le spine verdi - verso quel patrimonio naturale rappresentato dalla campagna e dai boschi del Ticino.
Finalità principali della valorizzazione del patrimonio naturale devono essere: renderlo percorribile e godibile con il minimo impatto e legarlo al tessuto urbano.Ciò permetterebbe di superare la contrapposizione tra città e campagna creatasi a causa di uno sviluppo scarsamente pianificato e recuperando inoltre perfino la dimensione storica della città abbracciata al suo Castello (particolarmente qualificanti in questo senso sono il recupero del giardino di Palazzo Riberia e del Cortile della Duchessa, che è collegato anche con la strada sotterranea).
In questa direzione si colloca anche un allargamento del Parco Parri con un riassetto della zona Fiera.
Da fortezza inaccessibile a luogo autentico della città: la storia del Castello è profondamente mutata negli ultimi due anni. Da una parte la realizzazione del percorso urbano attraverso il cortile principale e la strada coperta, dallaltra i preliminari per il raggiungimento dellaccordo di programma, lo strumento attraverso il quale saranno programmate e gestite le destinazioni duso del Castello. Visto lutilizzo ipotizzato per lintero monumento, esso potrà trovare piena collocazione nella variante al Prg.
Un capitolo, quello del Castello, che va integrato con un ragionamento complessivo sul centro storico (assente nel Piano proposto) che dovrà essere il cuore pulsante della città, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche delle altre, nel frattempo, sono già intervenute modificazioni urbanistiche.
E qui doveroso richiamare il processo di superamento della realtà monocentrica di Vigevano esposto in premessa.
IL RECUPERO E IL RIUTILIZZO DEI GRANDI EDIFICI PUBBLICI
Nella politica di interventi mirati alluso o riuso di altri edifici, vanno inseriti i seguenti complessi: Palazzo esposizioni, Macello, Ex Ursus, Merula, lo stesso palazzo municipale..
Il loro riutilizzo dovrà nascere nel segno di progetti mirati e precisi, ma non potrà essere fuori dalla filosofia complessiva del progetto urbanistico cittadino, così come delineato in premessa. Il recupero ed il riuso dei grandi spazi, quindi, dovrà essere funzionale anche alle esigenze del potenziamento del richiamo turistico e dellaccrescimento culturale della città.
La nuova versione della variante generale dovrà prevedere le seguenti finalizzazioni.
Palazzo Esposizioni: coinvolgimento dei privati nelluso per averne un utilizzo pubblico e/o privato la cui natura tenda a servizi al terziario, attività polivalenti di grandi interesse, ecc.
Macello: creazione di un polo culturale, con lo spostamento delle biblioteche, creazione di spazi espositivi e polifunzionali, con la possibilità di interventi di privati, ad esempio per servizi commerciali.
Ex Ursus: ad uso misto pubblico e privato, come previsto dalla variante urbanistica che ha completato il suo iter. In essa si indica un utilizzo a scopo residenziale, servizi e verde.
Palazzo Merula: sarà la sede dellarchivio storico civico e di altre istituzioni culturali.
Palazzo municipale: parzialmente liberato da funzioni comportanti ampio afflusso di utenti di servizi, decentrando parte di queste funzioni su altre aree della città.
Nella nostra città il fabbisogno di strutture per quanto riguarda asili, scuole materne ed elementari, è sostanzialmente soddisfatto.
Altro problema, invece, è quello dellesistenza di strutture fatiscenti e inadeguate negli altri ordini di scuola. Non vi è alcuna previsione di aumento della popolazione scolastica, quindi, ma la necessità di un riadeguamento e di una riqualificazione degli edifici.
E da mettere in previsione, perciò, la costruzione di una nuova scuola media inferiore che andrà dislocata in unarea da individuare nella zona nord della città.
Altro nodo da sciogliere è quello delladeguamento alle norme di sicurezza dei due licei e del professionale Castoldi, tutti attualmente situati a Palazzo Cairoli, e dellistituto Roncalli. Nel caso di impossibilità di interventi sarà necessario individuare ampi poli scolastici dove realizzare, con interventi graduati nel tempo, un plesso comprendente Roncalli e Castoldi ed uno comprendente il liceo classico e quello scientifico.
Per quanto riguarda gli anziani vanno considerate possibilità di affiancare al completamento della ristrutturazione dell'istituto De Rodolfi interventi, anche privati, per la creazione di ulteriori strutture di servizi a favore della terza età.
Discorso analogo può essere svolto rispetto allo sport, settore nel quale possono essere previsti i completamenti delle strutture grazie allintervento privato, compresa leventualità della costruzione di un nuovo palazzetto dello sport.
Infine occorrerà avviare una riflessione sul fabbisogno complessivo di servizi per la città nei prossimi anni, in particolare sarà necessario individuare un'area dove collocare il nuovo cimitero.
LA NORMATIVA: I CINQUE CRITERI
A riguardo dei cinque criteri seguiti nella redazione del progetto di Norme tecniche di attuazione della variante generale, si anticipano le seguenti modifiche e/o integrazioni. Si tratta inoltre di fare chiarezza al fine di evitare discrezionalità eccessive o contenziosi sullinterpretazione delle norme.