All'Opera
Gala Verdiano 20/06/2001
Con la
partecipazione di: Presentano: PRIMA PARTE da "Nabucco"
"Sinfonia" -solo orchestra- SECONDA PARTE da "La forza del Destino"
"Sinfonia" -solo orchestra- PRESENTAZIONE dei singoli brani PRIMA PARTE
Concerto d'autunno |
Commenti di colore locale....
Ci siamo, mancano pochi minuti alle ore 21.00 quando dovrebbe iniziare il "Gala Verdiano", lo spettacolo che inaugurerà questa prestigiosa e scintillante rassegna lirico, sinfonica, ballettistica piovuta dal cielo nelle mani della Amministrazione Comunale del Comune di Vigevano, che ha colto al volo l'occasione per dirottare l'utilizzo del Castello Sforzesco dalla musica assordante degli spettacoli "giovanili" per la più nobile cugina classica.
Sembra che il pubblico vigevanese non abbia intenzione di smentirsi ed arriva alla spicciolata, poi apprendiamo invece che, forse per problemi di sicurezza, vengono ammessi solo pochi spettatori alla volta ad ascendere lo scalone che dalla piazza porta all'ingresso sotto la torre. Le signore sfoggiano le più belle "toilet" e gli uomini i gessati, tra il pubblico Scarano (Castello), Cotta Ramusino (Sindaco), Carelli (del TG5).
Comunque, dopo che il coro ha aspettato pazientemente schierato una ventina di minuti e l'orchestra ha preso posto nella quasi assoluta indifferenza, ecco che il buon Pippo Baudo decide che alle 21.20 sarebbe ora di iniziare e alternando qualche battuta che vorrebbe divertire il pubblico (Es. Katia a Bonaldo "Hai ancora una bella canna"; Pippo "Non fraintendiamo, una canna come quelle che aveva l'organo" oppure sempre ancora a Bonaldo "Che bella voce grave, è vero che hai cominciato imitando i buoi di tuo padre"), quanto alla profonda conoscenza dell'opera lirica, che ha sviluppato accanto alla moglie, dice "Il Niun mi tema verrebbe dopo l'Ave Maria che canta Desdemona sapendo che tra poco verrà uccisa" (Ma chi glielo aveva detto alla poveretta ancora innamorata persa del suo negretto?) oppure quando presenta Zancanaro dice "Con il quale hai un rapporto di amicizia oltre che di colleganza" quando poi introducendo il Nabucco non dice "Come he letto OGGI POMERIGGIO...".
"Ma chi oggi assiste a questo concerto e non è a conoscenza del loro passato che impressione ne riceve? Come può appassionarsi ad un genere di spettacolo quando chi oggi lo propone non ne ha più lo smalto e la tenuta necessaria. Manca la presenza dei giovani che, pur con la loro acerbità, con le loro imperfezioni, sono gli unici che possono fare sentire la forza che ancora possiede l'opera lirica" queste parole le ho raccolte da una voce autorevole di una giornalista presente "purtroppo" allo spettacolo.
Recensione
Con qualche minuto di ritardo è partito lo scorso mercoledì 20 giugno nel Castello di Vigevano, il primo appuntamento con "All'Opera" la rassegna che porterà finalmente il melodramma ad occupare un posto bellissimo e prestigioso come la cornice offerta dal nostro Castello. Potrebbe essere una grande occasione per Vigevano per fare un balzo in avanti portando nella nostra città quegli appassionati che amano ancora questo genere musicale e che sono veramente tanti, ma tanti, giovani e meno giovani, a dispetto delle folle oceaniche viste nei concerti di altri più rumorosi e meno impegnativi generi musicali.
L'introduzione è affidata alla Sinfonia dal Nabucco, come alla Sinfonia dalla Forza del destino l'apertura della seconda parte, in queste due pagine la OFI (Orchestra Filarmonica Italiana), diretta dal maestro Alberto Nanetti, ha dimostrato di essere un complesso che ha delle grandi possibilità, un insieme di musicisti di buon livello, con una buona tenuta di insieme ed un bel suono, ma che avrebbe bisogno di qualcuno che le mettesse più in luce queste qualità.
Il coro "Giuseppe Verdi" di Pavia, purtroppo, non ha dato le stesse sensazioni, anzi in pagine cosi conosciute ed ascoltate come il "Va pensiero" da Nabucco o il "Patria oppressa" da Macbet, non ha retto il confronto anche con le corali di "dilettanti" locali. Il programma ascoltato nelle prove ha poi subito ancora delle variazioni, con qualche spostamento e dopo la mezzanotte qualche taglio.
Le condizioni di ascolto non sono state efficaci come nelle prove, mentre l'amplificazione, per l'orchestra e il coro non creava problemi, quando i cantanti hanno attaccato le arie i microfoni disposti per loro hanno creato più danno che aiuto. Si trattava di un gruppo di grandi cantanti che sono stati dei punti di riferimento per anni e che ancora oggi raccolgono le simpatie di quella parte del pubblico che li ricorda nei loro anni migliori, ma l'amplificazione ha messo in luce tutte le difficoltà che oggi per loro sono insormontabili e che una pietosa lontananza avrebbe meglio mascherato, lasciando sentire invece quello che ancora rimane degli antichi splendori, qualche bel suono, qualche acuto, qualche bella nota grave ma soprattutto la loro grande maestria e l'intelligenza del canto e della interpretazione.
Dopo la Sinfonia da Nabucco e la prima scena de "Gli arredi festivi" senza l'intervento di Zaccaria (che sarebbe stato disponibile visto la presenza di Bonaldo Giaiotti) è toccata a Giorgio Zancanaro la prima aria solistica, Zancanaro è stato collega di debutto nell'ormai lontano 1969 a Modena di Katia Ricciarelli, è l'unico cantane che riascolteremo ancora in Rigoletto il prossimo 1 luglio, l'unico anche del reparto maschile ad avere ancora i suoi mezzi ben conservati, in quanto alla interpretazione si è mantenuto su quelli che sono sempre stati i suoi canoni interpretativi, una bella linea di canto ma senza seguire tutte le indicazioni dell'autore e con qualche sottolineatura "alla verista", fuori luogo in un'aria di squisita scrittura come "Il balen del suo sorriso" da Trovatore. Il suo secondo intervento è stato sicuramente più riuscito, il duetto "Invano Alvaro" dalla Forza del Destino.
Fiorenza Cossotto, che affronterà anche quest'anno un impegnativa tournée all'estero, è stata una grandissima voce di mezzosoprano, ora purtroppo rimane dell'antico splendore una zona bassa ancora valida, ma appena tenta di salire, la voce non ha più la fermezza necessaria a sostenere la scrittura vocale anche se Azucena è stato uno dei suoi grandi ruoli e riesce comunque a raccogliere nelle due arie "Stride la vampa" e "Condotta ell'era in ceppi" la simpatia del pubblico.
I due tenori Gianfranco Cecchele e Renato Francesconi hanno fornito una prova dignitosa, infatti anche quest'anno hanno un bel numero di impegni nel loro carnet in Italia e all'estero in ruoli ancora molto impegnativi. Il basso della serata Bonaldo Giaiotti è stato apprezzato dal pubblico, la sua voce molto profonda è ancora di grande effetto e i brani proposti sono stati scelti molto intelligentemente evitando la pagine grandiose dei ruoli di Filippo II o di Fiesco, dove sarebbero potute emergere le incrinature, e ha proposto dopo "Il santo nome di Dio" da "La forza del Destino", il "Come dal ciel precipita" da Macbet.
Ma veniamo ad una grande interprete come Anna Tomowa Sintow, la soprano bulgara ha raccolto vere ovazioni dal pubblico con la sua interpretazione di "Morrò, ma prima in grazia" da "Un ballo in maschera" e "Pace, Pace mio Dio" da "Forza del destino"; non si possono infatti dimenticare i suoi ruoli verdiani, ma non solo, ha un repertorio vastissimo che comprende Mozart, Strauss, Bellini (Norma), Wagner e Puccini.
Quasi madrina della serata, non "valletta", Katia Ricciarelli ha accompagnato con molta discrezione le presentazioni piuttosto vuote di contenuto e con scarso spirito del marito Baudo. Per il Gala Verdiano, la Ricciarelli ha scelto delle pagine belle ma anch'esse non troppo impegnative, dalla La forza del Destino "La vergine degli angeli", da "Otello" la "Ave Maria" dell'ultimo atto, ed il brano conclusivo della serata, da "La Traviata" il brindisi "Libiamo libiamo" con il tenore Gianfranco Cécchele e con l'intervento di Anna Tomowa Sintow. La voce di Katia Ricciarelli è stato un vero miracolo, una voce di un timbro di straordinaria bellezza, purtroppo alcune scelte di canto non proprio pertinenti alle sue qualità vocali, come il ruolo di Turandot voluto da Karajan, ne hanno compromesso l'antico splendore, ma è talmente intelligente nel porgere, che si applaudano sempre volentieri le sue interpretazioni.
Conclusa a notte fonda questa lunga maratona aspettiamo con ansia la prova di un'opera completa come il "Rigoletto" di Verdi che andrà in scena domenica 1 luglio e martedì 3 luglio, il maestro Nanetti dirigerà un cast che comprende Pietro Ballo ( a Vigevano ha proposto un concerto non molto tempo addietro) nel ruolo del libertino Duca di Mantova e Giorgio Zancanaro nel ruolo del protagonista, accanto a loro la Gilda di Eteri Lamoris.
Anna Tomowa Sintow | |
Nata a Stara
Zagora, Bulgaria, Anna Tomowa-Sintow ha cominciato il suo percorso musicale molto presto
col pianoforte all'età del sei. Dieci anni più tardi ha vinto il primo concorso di canto
nazionale che l'ha condotta al Conservatorio Nazionale di Sofia. Là, ha studiato voce con
Prof. Zlatev-Tcherkin ed il soprano, Katja Spiridonowa. E' uscita dal conservatorio con un
diploma in pianoforte e voce, con uno stage per il ruolo di Tatjana in Tchaikowsky
"Eugenio Onegin." Durante questi anni in Salzburg Anna Tomowa-Sintow ha
interpretato Donna Anna due volte. Prima nel 1977/ 78, nella produzione di Ponnelle di
"Don Giovanni" sotto Karl Böhm (che ha anche registrato), e di nuovo nella
produzione con Karajan (che ha trasmesso la televisione e ha registrato su Video)
esattamente dieci anni più tardi. Nel 1989 ha compiuto, per il primo debutto in Salzburg,
nel ruolo di Tosca con Georges Prêtre. E' una grande voce di soprano, tra i più grandi
dei nostri giorni, Anna Tomowa-Sintow ha cantato in tutti i maggiori teatri del mondo.
Dopo il suo esordio al Covent Garden nel 1975 con Fiordiligi (Cosi fan tutte),
regolarmente ci è ritornata con ruoli, come Elsa, Contessa Almaviva, Ariadne, Amelia
(Ballo in maschera), Maddalena (Andrea Chénier), Jaroslawna (Principe Igor/ B. Haitink
[cond]), la su prima interpretazione della Principessa (Frau ohne Schatten), è stata
ricevuta unanimamente una delle sue interpretazioni più grandi, e Tosca. Nel 1995 è
ritornata a Covent Garden per una trionfante Marschallin. Il suo esordio alla Scala ha avuto luogo nel 1982 con Elsa nella produzione Abbado/ Strehler di "Lohengrin" per l'apertura della stagione. Ha cantato Desdemona con Domingo in Otello e Carlos Kleiber direttore, Andrea Chénier con Carreras e Riccardo Chailly, come ancora in concerto "Vier ernste gesange" con Sawallisch. Nell'ottobre 1998 ha eseguito per la prima volta "Salome" in una serie di concerti col Liceu in Barcelona al Palau del la Musica, ill 23, 26, 30 ottobre 1999, Anna Tomowa-Sintow ha fatto un esordio trionfante nel ruolo del titolo di Puccini "Turnadot" al recentemente ricostruito Gran Teatre del Liceu di Barcelona. |
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