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01/12/2025 18:26
Milano scala l’ultima classifica sulla qualità della vita e si piazza all’ottavo posto nazionale: quattro gradini più in alto rispetto all’anno scorso.

Un risultato che conferma la forza economica del capoluogo lombardo: stipendi più alti della media nazionale, un tessuto di imprese vivace, seconde in Italia per innovazione e prime file sia negli affari che nel lavoro. Anche sul fronte culturale il quadro è positivo: musei diffusi, una grande offerta di spettacoli, palestre e piscine capillari e risultati sportivi che la collocano sul podio.

Ma accanto alla crescita, ci sono ombre che pesano.

La “city”, infatti, è fanalino di coda per sicurezza: prima per numero di rapine, tra le ultime per danneggiamenti e percezione di insicurezza, con oltre un terzo delle famiglie che non si sente tranquillo nella zona in cui vive. Una criticità che si ripete negli anni e che il sindaco Sala ha spesso attribuito al maggior numero di denunce rispetto ad altre città, che rende il dato più alto ma anche più aderente alla realtà.

Nel dettaglio sociale, la capitale meneghina è quarta per dinamiche demografiche e decima per qualità della vita delle donne, ma crolla quando si parla di servizi essenziali: pochissimi medici di base — appena sette ogni diecimila residenti — e performance molto basse nell’indice dedicato ai giovani.

Un quadro, dunque, fatto di eccellenze e fragilità: una città che continua a correre, ma che resta chiamata a colmare i divari più profondi, soprattutto sul fronte della sicurezza e dei servizi quotidiani.