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01/12/2025 18:24
Tutti assolti. Si chiude così il filone “Pifferi bis”, l’inchiesta che mirava a far luce su un presunto tentativo di manipolare le perizie psicologiche di Alessia Pifferi, la madre condannata a 24 anni per la morte della figlia Diana.

Il giudice Roberto Crepaldi ha prosciolto l’avvocata Alessia Pontenani – difesa dai legali Corrado Limentani e Gianluigi Comunello – e insieme a lei le tre psicologhe di San Vittore e lo psichiatra Marco Garbarini, tutti accusati di falso e favoreggiamento.

Secondo la Procura, guidata dal pm Francesco De Tommasi, ci sarebbe stato un tentativo di indirizzare il test WAIS per far emergere un presunto deficit cognitivo utile alla strategia difensiva. Un’ipotesi che il gup ha ritenuto infondata, assolvendo l’intero gruppo con formula piena.

Al centro del processo c’era l’idea, contestata dagli inquirenti, che la difesa avesse provato a costruire l’immagine di una donna “incapace”, così da ottenere un riconoscimento di vizio parziale di mente. Ma le perizie ufficiali, sia in primo grado sia in appello, hanno sempre stabilito che Pifferi fosse perfettamente in grado di intendere e di volere, pur con un profilo emotivo fragile e un lieve ritardo intellettivo.

La decisione del gup chiude quindi il capitolo parallelo nato attorno alla figura di Pifferi: un procedimento che, nelle richieste dell’accusa, prevedeva condanne fino a quattro anni ma che ora si spegne senza responsabilità penali.

Resta in piedi solo la sentenza principale, quella che ha portato alla condanna della 40enne per l’omicidio della figlia lasciata sola in casa per sei giorni.