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29/11/2024 17:48
Mentre le associazioni meditano un ricorso alla corte europea e si moltiplicano le reazioni politiche sull’archiviazione del procedimento per migliaia di morti, da più parti, da Broni a Milano fino a Roma, c’è chi richiama l’attenzione sul presente di un territorio ancora alle prese con l’incubo dell’amianto. Le vittime non hanno avuto giustizia - ha scritto la Procura nella richiesta di archiviazione, ammettendo l’impossibilità di trovare responsabili (in vita) per la strage silenziosa dell’Oltrepò. Intanto però il terzo lotto ed ultimo lotto di bonifica della Fibronit è fermo da quasi tre anni, dopo il sequestro dell’area della primavera 2022 nell’ambito di una indagine per frode e reati ambientali da parte della ditta che aveva eseguito il secondo lotto di lavori. E, sul territorio, la bonifica nelle proprietà private va a rilento, nonostante gli incentivi messi a disposizione dai comuni più colpiti, Broni, ovviamente, e Stradella. Quest’ultimo, dopo aver chiesto di essere incluso nel Sito di interesse nazionale al fianco di Broni, ad aprile 2019, pochi mesi dopo ha fatto marcia indietro salvo poi, nei mesi scorsi, con la nuova amministrazione, chiedere di essere incluso. Scollature politiche, differenze di vedute, legittime, che tuttavia fanno perdere tempo prezioso: e come sempre il paragone con l’area di Casale Monferrato e il dopo Eternit, è impietoso: il sin o sito di interesse nazionale qui comprende 48 comuni e quando l’Oltrepò doveva ancora iniziare le bonifiche, nel Monferrato erano praticamente già finite.