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24/05/2022 18:27
Una scena che si è già ripetuta due volte, e tutto fa pensare possa accadere ancora nei prossimi giorni. Operatrici socio-sanitarie che, all’alba, si recano sul posto di lavoro: alcune entreranno, altre rimarranno fuori. Siamo davanti alla casa di riposo di Ferrera Erbognone, sono le sei di mattina. Delle quattro persone che abbiamo accompagnato, una entrerà e farà la sua giornata di lavoro, le altre verranno respinte. È il risultato della complessa situazione che si è venuta a creare, con due cooperative a operare nella stessa struttura. Tutto inizia un mese fa, il 24 aprile. È un sabato sera, e la responsabile del servizio presso la casa di riposo, gestito dalla cooperativa Silvabella, rassegna le dimissioni insieme ad altri undici dipendenti. La cooperativa non è, momentaneamente, in grado di coprire i turni. Domenica mattina il sindaco Giovanni Fassina firma un’ordinanza in cui assegna temporaneamente a un’altra cooperativa, la Alemar, l’incarico di sopperire alla mancanza di operatori. Nel giro di qualche giorno, la responsabile e alcuni dei lavoratori dimissionari passano alla Alemar. Nel frattempo, la Silvabella si riorganizza e, approfittando anche del rientro di alcune persone dalla malattia, è di nuovo in grado di garantire il servizio. Chi decide chi lavora? L’appalto è ancora in mano alla Silvabella. Alemar, secondo le testuali parole dell’ordinanza, era stata chiamata a “sopperire temporaneamente alla mancanza di operatori”. La responsabile di Alemar fa i suoi turni, la cooperativa Silvabella fa i propri. Non coincidono. Ed ecco quindi che, alle sei di mattina, si presenta questa scena: tu oggi lavori, tu no. Le operatrici che abbiamo accompagnato sono tutte dipendenti della Silvabella. La responsabile, però, adesso lavora per Alemar. Tre di queste donne hanno il loro datore di lavoro che le chiede di presentarsi per il turno delle 6 di mattina, ma non vengono fatte entrare. Le operatrici chiamano i carabinieri e chiedono che il fatto venga verbalizzato.
Le lavoratrici sono assistite dalla Cgil. Dal sindacato si chiede chiarezza: chi decide chi deve lavorare? Chi detiene l’appalto, e quindi la Silvabella, oppure chi è stato chiamato a sopperire alla mancanza di operatori, quindi Alemar? Rimarrebbero anche da risolvere questioni legali. Chi paga le dipendenti Silvabella che vengono respinte all’ingresso della casa di riposo? A quale titolo? Tra la cooperativa Silvabella e il comune è in corso una causa. Anche la Cgil ha coinvolto i suoi consulenti legali, a tutela delle lavoratrici e per valutare eventuali comportamenti antisindacali.