Teatro Cagnoni Vigevano 19/20 ottobre 2000
La vedova allegra da F.Lehar |
L'operetta ho inaugurato la
stagione 2000/2001 al Teatro Cagnoni, tutto esaurito veramente, non come titolato in certi
articoli per altre occasioni (Ved. Carlo Barone), ma non sufficientemente richiesta per
potere realizzare una terza serata. Lo spettacolo è stato proposto con una scenografia
molto essenziale, un modulo formato da due scale congiunte che permetteva un certo
movimento ai cantanti e ballerini salendovi e scendendovi, un grande candeliere liberty su
di un lato; del pari nel secondo atto con pochi elementi vedi il piccolo padiglione; in
quanto ai costumi, da alcuni molto apprezzati, in realtà erano un po da "barby"
soprattutto nel primo atto, mentre nel secondo per la festa ponteverdina troppo uguali,
senza sottolineature per i protagonisti. Tale povertà era anche una caratteristica della
regia limitata che rendeva ogni scena un suggeguirsi di scenette da proscenio, abbastanza
buoni i movimenti coereografici ma il balletto contava solo su due ballerini e sei
ballerine. Tutti davono l'impressione del "faccio tutto io", di un gran darsi da
fare, canto, machiette e persino suonare dal vivo alcuni strumenti sopra una base
registrata (la stessa curata da Roberto Negri dieci anni or sono per Massimini, e gli anni
si sentivano eccome). In quanto ai protagonisti molto giovani ma bravi, il Barone di
Giuseppe Cortis, la vedova spigliata e molto bella. Molto bravo come attore Fabrizio
Manciatelli nel ruolo di Danilo, anche se purtroppo con mezzi vocali non eccezzionali, in
quanto al Niegus di Corrado Abbati niente di più di una recitazione molto tradizionale.
Per niente apprezzabili gli interventi effettuati sulla partitura, tagli e inserimenti,
ovviamente il pubblico va in delirio e batte le mani a tempo per il can can, tanto vale
prendere questo pezzo offenbacchiano ed eseguirlo ogni sera, indipendentemente dall'opera
rappresentata, tanto al pubblico piace tanto che "di tutto me ne infischio",
mahhh!?!?!?
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